Gli esperti stanno prendendo sempre più in considerazione l’importanza del rapporto soggetto/ambiente. Numerose sono infatti le ricerche che documentano come le condizioni ambientali esercitino un’influenza importante sul benessere dell’individuo.
Ma cosa si intende per “benessere”?
“Da qualche anno si è posta attenzione all'idea di benessere come modalità di vita, come sinonimo di qualità di vita, come opposto e contrario del malessere. Ciò ha provocato un cambiamento radicale dell'idea di benessere non più considerato sinonimo di ricchezza o salute (benessere obiettivo) ma sinonimo di qualità della vita e di felicità (benessere soggettivo) […] “ (Spaltro, 1997)
Anche dal punto di vista psicologico si ritiene che il benessere/malessere di una persona sia soprattutto il risultato delle relazioni che essa instaura con l’ambiente in cui vive, sia fisico sia con le strutture sociali e culturali che danno significato alla sua vita.
Il coinvolgimento in attività interessanti, l’importanza di ricoprire ruoli sociali gratificanti, le relazioni con parenti e amici, la possibilità di raggiungere i propri scopi grazie ad un ambiente favorevole … sono tutte variabili che incidono sul benessere delle persone.
E a scuola?
Nell’introduzione delle Indicazioni nazionali del primo ciclo, nel paragrafo denominato. L’ambiente di apprendimento, è ben sottolineata la necessità di un ambiente formativo in grado di promuovere apprendimenti significativi, ricchi di stimoli, aggreganti, inclusivi … per garantire non solo il successo formativo di tutti gli alunni, ma anche il loro “saper stare al mondo”.
“Anche le relazioni fra il sistema formativo e il mondo del lavoro stanno rapidamente cambiando. Ogni persona si trova nella ricorrente necessità di riorganizzare e reinventare i propri saperi, le proprie competenze e persino il proprio stesso lavoro. Le tecniche e le competenze diventano obsolete nel volgere di pochi anni. Per questo l’obiettivo della scuola non può essere soprattutto quello di inseguire lo sviluppo di singole tecniche e competenze; piuttosto, è quello di formare saldamente ogni persona sul piano cognitivo e culturale, affinché possa affrontare positivamente l’incertezza e la mutevolezza degli scenari sociali e professionali, presenti e futuri. Le trasmissioni standardizzate e normative delle conoscenze, che comunicano contenuti invarianti pensati per individui medi, non sono più adeguate. Al contrario, la scuola è chiamata a realizzare percorsi formativi sempre più rispondenti alle inclinazioni personali degli studenti, nella prospettiva di valorizzare gli aspetti peculiari della personalità di ognuno.”(MIUR, Indicazioni nazionali infanzia e primo ciclo, 2012)
Per ogni tipo di apprendimento è indispensabile, quindi, la creazione di un ambiente formativo di apertura e disponibilità, che favorisca in ciascun soggetto il desiderio di nuove conoscenze; aiuti a rafforzare l’autostima e faciliti la relazione con gli altri in un’ottica interculturale e di confronto, dove vengono valorizzate le differenze etniche e socio-culturali di ciascuno. Ed è proprio per questo che la progettazione di offerte formative deve partire dalla conoscenza delle caratteristiche dei soggetti, dei contesti entro i quali si manifestano i loro bisogni di istruzione/formazione e delle risorse offerte dal territorio.
A cura di Viviana Rossi e Maria Enrica Bianchi