Esiste un rapporto tra il benessere psicologico e l’apprendimento?
Le ricerche evidenziano che le strategie attivabili per migliorare il benessere psicologico degli studenti lavorano in particolare sulla coesione del gruppo classe e sulle dimensioni del riconoscimento reciproco, che evidenziano come sia essenziale stabilire un forte rapporto di fiducia reciproca tra studenti e insegnanti.
Secondo il pedagogista Martin Dodman, occorre che il vissuto di tutti gli attori dell’ambiente di apprendimento aiuti ognuno a capire il rapporto fra pensieri, sentimenti e azioni e a identificare ciò che è funzionale e disfunzionale a una interpretazione e a una valutazione equilibrata di ciò che ci accade intorno e dentro.
Egli suggerisce alcune strategie che un’insegnante può usare per promuovere il benessere psicologico, per incoraggiare fiducia e autostima da parte di ogni studente, attraverso la valorizzazione dei suoi tentativi di sperimentare forme di consapevolezza del ruolo del pensiero e dell’emotività nella sua vita.
“Occorre creare curricoli in cui possono intersecarsi e alimentarsi aspetti di apprendimento intellettivo come il pensiero, la ragione, le idee, l’analisi e l’argomento, aspetti dell’apprendimento emotivo come le emozioni, i sentimenti, le aspirazioni e le paure, aspetti dell’apprendimento intuitivo come le intuizioni, le sensazioni, le percezioni e le illuminazioni, aspetti dell’apprendimento fisico come l’espressione corporea, la manualità e l’esperienza tattile, creando un equilibrio personale fra queste componenti che rispecchi la diversità di ogni individuo. Attività manipolative e creative, operative e applicative, di indagine e di laboratorio, tematiche che comprendono il pensiero razionale e irrazionale, gli aspetti cognitivi ed emotivi dell’essere, devono comunque essere presenti in maniera trasversale in tutti gli assi culturali, in modo da favorire una consapevolezza dell’interazione fra abilità mentali e manuali, fra processi cognitivi e stati emotivi, anche allo scopo di permettere all’apprendente di esprimere i propri stati d’animo e di esercitare maggiore potere di controllo sui propri comportamenti.
Occorre trattare apertamente questioni come l’auto-immagine, le aspirazioni, i bisogni, i valori, i comportamenti, le interazioni, i rapporti e le esperienze personali. In tal modo, non solo si creano ruoli equilibrati per manifestazioni anche molto diversificate dello sviluppo dell’intelligenza complessiva, ma si può anche cercare di prevenire direttamente il proliferarsi di tossine psicologiche che troppo spesso si diffondono in individui proiettati verso una forma di auto-sabotaggio in cui un’apparente inabilità o deficienza diventa facilmente un’identità globale caratterizzata dal fallimento.”
“Occorre ascoltare attentamente gli apprendenti mentre si sforzano a gestire tutti gli aspetti dei processi di apprendimento, facilitare forme di interazione e discussione caratterizzate dalla sensibilità reciproca, dimostrare di considerare la comprensione delle idee ed esperienze altrui importante quanto l’espressione delle proprie. A questo proposito è fondamentale che l’insegnante fornisca un sostegno allo sviluppo del pensiero dell’apprendente e della sua espressione, prestando attenzione tanto al processo del pensiero quanto ai suoi prodotti.
Occorre fungere da specchio per la persona, proporre un’immagine dei suoi atteggiamenti, ragionamenti e modi di esprimersi, e così incoraggiare consapevolezza del proprio essere - preferenze, pregiudizi, abitudini, blocchi, ecc.”
A cura di Viviana Rossi e Maria Enrica Bianchi