Imparare a vivere il cambiamento a scuola: dirigenti, docenti e studenti insieme.
Lo sviluppo scientifico/tecnologico e i cambiamenti sociali hanno determinato la necessità di un approccio al sapere che tenga conto dell’attuale complessità e delle molteplici sollecitazioni alle quali sono sottoposti i nostri studenti. Pertanto, occorre focalizzare la riflessione sul problema centrale della scuola italiana, quello della qualità dell’insegnamento e dell’apprendimento, per stimolare con decisione un processo di trasformazione della didattica trasmissiva tradizionale in una didattica per competenze che favorisca una partecipazione attiva dei ragazzi.
Un cambiamento da vivere insieme: che richiede dirigenti scolastici illuminati, docenti sempre più preparati e studenti sempre più competenti.
Dirigenti che sappiano connettere i saperi della scuola e i saperi della società della conoscenza, portando a sistema le esperienze più significative di trasformazione del vecchio modello organizzativo e didattico della scuola per promuovere un’innovazione sostenibile e trasferibile, con un’alleanza educativa che coinvolga famiglie e territorio.
Docenti che conoscano i risultati delle neuroscienze per aggiornare i loro metodi e trovare le strategie più adatte ai loro alunni; che sappiano garantire un’istruzione di alta qualità, corredata di attività extracurricolari e di un approccio ad ampio spettro allo sviluppo delle competenze, intese come “una combinazione di conoscenze, abilità e atteggiamenti”. Che sappiano traghettare la didattica verso proposte e ambienti di apprendimento che valorizzino l’autonomia e la responsabilità degli allievi e siano capaci di sviluppare conoscenze, abilità significative e competenze durevoli.
Studenti che abbiano non solo competenze alfabetico funzionali, multilinguistiche, matematiche, scientifiche, informatiche ... ma anche pensiero critico, computazionale, creatività, comunicazione, capacità di lavorare insieme, resilienza...
Sono solo alcune delle competenze di cui i nostri studenti avranno bisogno per vivere e lavorare negli anni a venire nella nostra società in continuo cambiamento. Sono gli strumenti che consentiranno loro di sfruttare in tempo reale ciò che hanno appreso, al fine di sviluppare nuove idee, nuove teorie, nuove conoscenze per riuscire ad agire o a reagire a idee, persone, situazioni diverse.
Non lo dice solo il Consiglio europeo con le Nuove Raccomandazioni per le competenze chiave del 22 maggio 2018, che sostiene l’apprendimento per tutto l’arco della vita e mette al centro l’individuo e la sua capacità di sfruttare tutte le occasioni possibili per “imparare ad imparare” e accrescere il suo sapere, ma lo pensano molte delle nazioni che stanno adeguando i loro sistemi scolastici per far entrare il loro Paese e i loro giovani nei nuovi scenari della società globale del ventunesimo secolo.
Prendere coscienza di come è fatto il mondo, saper interpretare la realtà e capire come intervenire efficacemente su di essa per contribuire a migliorarla ... sembrano essere alcuni dei principali obiettivi che i ragazzi devono raggiungere per poter affrontare tutto il percorso della vita facendo fronte ai problemi e alle incertezze che la globalizzazione porta con sé.
Chi dovrà aiutare gli studenti a raggiungere questi obiettivi?
Proprio i docenti, che, adeguatamente aggiornati, dovranno preparare i loro studenti non solo culturalmente, ma anche emotivamente ... fornendo loro gli strumenti necessari per acquisire tutte le competenze culturali e trasversali necessarie per far fronte ai sempre più rapidi cambiamenti in corso.
È stato dimostrato, infatti, che, per uno sviluppo integrale dello studente, non sono più sufficienti le conoscenze, ma è necessaria la loro trasformazione in competenze da usare in ogni momento e in ogni contesto per poter vivere il cambiamento in modo autonomo e responsabile.
Lo scopo non è semplicemente quello di aiutare gli studenti ad acquisire una particolare conoscenza e un determinato gruppo di abilità, ma di aiutarli a padroneggiare l’apprendimento, a diventare studenti esperti, cioè strategici, capaci e orientati all’obiettivo: studenti determinati e motivati ad apprendere sempre di più.
Che cosa deve fare il docente per formare integralmente i suoi studenti?
Intendendo per formazione integrale una formazione completa, che coinvolga le capacità, le conoscenze e gli atteggiamenti relativi non solo alla sfera cognitiva del ragazzo, ma anche a quella affettiva, emotiva, morale..., compito del docente dovrà essere quello di effettuare le scelte educative, didattiche e metodologiche adeguate sia ai bisogni degli alunni sia alla realtà in continua trasformazione.
Ma non è un impegno solo suo: è di tutta la comunità scolastica, che deve creare gli ambienti di apprendimento giusti in cui ciascuno possa sentirsi a proprio agio e possa raggiungere il proprio successo formativo.
Sarà di grande importanza la cura del clima e degli aspetti relazionali che si sviluppano in generale ed in particolare in riferimento alla qualità dell'inclusione nella comunità educativa di appartenenza. Indispensabile anche rafforzare la collaborazione tra contesti educativi, formativi e di apprendimento a tutti i livelli e in ambiti diversi, al fine di migliorare la continuità dello sviluppo delle competenze per i ragazzi e lo sviluppo di approcci di apprendimento innovativi.
Quali sono gli strumenti che deve usare e le scelte che deve fare il docente per formare integralmente i suoi studenti?
Per arricchire l'apprendimento e renderlo utile ad affrontare il cambiamento, si può ricorrere a didattiche attive e all'apprendimento interdisciplinare, non solo per rafforzare il collegamento tra le diverse discipline, ma anche per stabilire un solido nesso tra ciò che lo studente sa, ciò che viene insegnato e le esigenze della società attuale.
Metodologie di apprendimento quali l'apprendimento basato sull'indagine, sui progetti, sulle prove di realtà (compiti autentici), sulle arti e sui giochi ... possono accrescere la motivazione e l'impegno ad apprendere di tutti gli studenti. Tutti possono ricevere sostegno adeguato in contesti inclusivi, in modo da realizzare il proprio potenziale educativo.
Tale sostegno può assumere varie forme: la forma di supporto linguistico, socio-emotivo, coaching inter pares, attività extracurricolari, orientamento professionale .... senza dimenticare lo sfondo integratore di tutte le discipline che concorrono a definire il curricolo: il tema della cittadinanza attiva e sostenibile.
“Si tratta di dare una ancor più concreta risposta all’istanza già presente nelle Indicazioni 2012, quando affermano che è “decisiva una nuova alleanza fra scienze, storia, discipline umanistiche, arti e tecnologia, in grado di delineare la prospettiva di un nuovo umanesimo.” (MIUR, Indicazioni nazionali e Nuovi scenari, 2018)
Inoltre, basandosi sulle teorie del costruttivismo sociale secondo le quali l’apprendimento è sociale, gli esperti suggeriscono lavori cooperativi, non solo per educare le competenze sociali, ma soprattutto per soddisfare il bisogno naturale dei bambini/ ragazzi di stare insieme ai coetanei. È stato dimostrato che l’apprendimento cooperativo è una strategia che aumenta non solo la possibilità di apprendere ma anche l’inclusività scolastica: un ambiente in cui si collabora, lavorando e riflettendo insieme su quello che si fa, è motivante e rassicurante e invita ogni studente alla partecipazione attiva.
A cura di Viviana Rossi