L’ICF come strumento di classificazione e valutazione
Nella realtà scolastica vi è una crescente attenzione all’inclusione e al suo valore, che nasce e trova espressione nel nuovo concetto di salute proposto dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità): non semplice mancanza di malattia, ma stato di benessere psico-fisico e sociale. Ed è in questo ambito che si inserisce la classificazione ICF: uno strumento che contempla tutti gli aspetti della salute umana e alcune componenti del benessere e che consente di utilizzare un linguaggio comune a tutti coloro che si occupano della persona con disabilità, permettendo dunque coerenza e interdisciplinarietà negli interventi, pur nel rispetto del proprio ruolo.
In questo articolo cercheremo di far comprendere l’importanza di questo documento, perché tutti i docenti, curricolari e di sostegno, ugualmente responsabili dell’intervento educativo per ogni alunno indipendentemente dalla situazione di disabilità, dovrebbero sentirsi parte di una “squadra pedagogica” e di una “rete per il progetto di vita dell’alunno disabile”.
Quindi, l’ICF rappresenta uno strumento concettuale che permette di delineare una visione globale dello studente per l’organizzazione, l’analisi e l’interpretazione delle informazioni rilevanti in qualunque ordine di scuola.
L’ICF appartiene alla famiglia delle classificazioni internazionali sviluppate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità in vista di una loro applicazione a vari aspetti della salute. Si tratta di uno strumento utilizzato per descrivere, misurare e classificare salute e disabilità. Tramite l’ICF è possibile ricavare informazioni strutturate sulla salute sia a livello delle funzioni (inclusa la sfera mentale) e delle strutture dell’organismo umano, sia a livello dell’attività di una persona e della sua partecipazione alle situazioni di vita. Contrariamente all’ICD-10 (sigla di International Statistical Classification of Diseases and Related Health Problems, ora in vigore nella sua decima edizione), forse la più nota tra le classificazioni internazionali dell’OMS, nella quale vengono classificate le condizioni di salute in quanto tali (malattie, disturbi, lesioni ecc.), nell’ICF vengono invece classificati il funzionamento e la disabilità associati alle condizioni di salute. Le due classificazioni insieme costituiscono uno strumento per descrivere e mettere a confronto salute, morbilità e mortalità delle popolazioni in un contesto internazionale. L’OMS, in effetti, raccomanda l’uso congiunto di ICD-10 per codificare le condizioni di salute e di ICF per descrivere il funzionamento della persona. (G. Lovino)
A cura di Viviana Rossi e Maria Enrica Bianchi
Bibliografia
• G Lovino, Gli strumenti di classificazione e valutazione dell’ICF
• S. Messina in La scuola inclusiva guida per la formazione dell’insegnante di sostegno… e non solo, Autori vari, Euroedizioni 2021, in via di pubblicazione
• Relazione al Parlamento del sottosegretario Aprea, 22 ottobre 2002
• F. Gomez, P. Damiani, D. Ianes ICF, BES e didattica per competenze
• Buono S. et al (2003): ICF-Classificazione internazionale del funzionamento della disabilità e della salute. Ciclo Evolutivo e Disabilità. Vol. 6 (1) pp. 121-141
• Canevaro A. et al (2002), A proposito di ICF: quali prospettive e scenari? in: Integrazione scolastica e sociale, n. 5 p. 434