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Lo stato dell’arte della scuola italiana: chi è lo studente; chi è l’insegnante

 In questi ultimi anni abbiamo assistito al moltiplicarsi di bisogni di abilità e competenze che deve avere un insegnante per far fronte a classi sempre più eterogenee e difficili. Tutto questo ha certamente creato molti problemi, ma, al tempo stesso, ha promosso una diffusa riflessione fra gli addetti ai lavori per cercare di definire una nuova figura di insegnante.
Un insegnante attento alle variabili individuali dei suoi studenti, non per etichettarli, ma per aiutarli a raggiungere in tempi diversi obiettivi comuni; che conosce tutte le varianti metodologiche possibili al fine di far raggiungere obiettivi di apprendimento comuni ad allievi differenti tra loro; che capisce le potenzialità della valutazione formativa e ne possiede gli strumenti; capace di lavorare in gruppo con gli altri colleghi per selezionare, tra tutte le metodologie, quelle che si ritengono più utili per lo sviluppo di personalità, e non semplicemente per un apprendimento ripetitivo o riproduttivo.
Per fortuna che in questi anni si sono moltiplicate come non mai anche le risorse scientifiche cui fare riferimento per la risoluzione dei vari problemi didattici. Pensiamo a tutto ciò che riguarda le intelligenze multiple e alle varie teorie a cui fare riferimento per problemi specifici: ad esempio quello di dare significatività all’insegnamento. Infatti, spesso ciò che è significativo per il docente non lo è per lo studente! Esistono oggi tecniche e strategie per rendere e programmare in modo significativo l’apprendimento.
Già Dewey affermava che s’impara perché si fa qualcosa su ciò che si deve imparare e, solo dal fare qualcosa, si produce un apprendimento. Pertanto, l’insegnante non può più essere solo quello che spiega, ma quello che sa mettere i ragazzi nelle condizioni di fare le cose che devono imparare, presumendo e intuendo che, da ciò che faranno, impareranno il significato di ciò che debbono apprendere.
Naturalmente cambia anche il ruolo dello studente, che deve diventare un attivo protagonista del suo sapere. L’apprendimento non è solo questione di abilità e di capacità, ma è frutto di un’intera personalità equilibrata, che deve essere educata e responsabilizzata anche attraverso ciò che s’insegna.

Ma vediamo qual è lo stato dell’arte nelle nostre classi servendoci di una ricerca fatta alcuni anni fa.

A cura di Viviana Rossi

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