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Si può verticalizzare il Metodo Montessori?

Il metodo Montessori sta avendo un certo successo anche nelle scuole secondarie di primo grado
Negli ultimi anni, oltre che nelle scuole dell’infanzia e della primaria, il metodo ideato dalla pedagogista italiana Maria Montessori (Chiaravalle, 1870 – Noordwjek, 1952) sta avendo un certo successo anche nelle scuole secondarie di primo grado.
Proprio a giugno 2024 si concluderà, infatti, la sperimentazione nazionale che ha portato il metodo Montessori alla secondaria di primo grado.
L’Istituto comprensivo Riccardo Massa di Milano è la scuola capofila della rete italiana composta da circa 25 scuole (tra le quali 23 statali) sparse in sei regioni (Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Marche, Emilia-Romagna e Sardegna), che stanno sperimentando il metodo Montessori alle “medie” dal 2021, per poter dare una continuità in verticale alle classi della scuola primaria che lo avevano già adottato da anni.

Milena Piscozzo, la dirigente scolastica dell’Istituto comprensivo Riccardo Massa, in un’intervista fatta per “Io Donna” ha dichiarato di avere adattato, ampliato e attualizzato il metodo, in quando la Montessori non ha dato indicazioni precise per questo tratto di scuola, come ha fatto ampiamente per l’infanzia e per la primaria, ma solo linee guida generali. Fissando però dei paletti ben precisi: apprendimento per scoperta, autonomia, libertà di scelta.

Cos’è il metodo Montessori?
Sviluppato a fine ’800 da Maria Montessori (in seguito definita la madre della pedagogia scientifica), il metodo è ora conosciuto in ogni parte del mondo e praticato in circa 65mila scuole, in 145 Paesi.
Il Metodo Montessori è un approccio pedagogico il cui obiettivo è dare libertà al bambino di manifestare la sua spontaneità. In questo percorso di liberalizzazione del bambino, l’adulto deve intervenire solo per aiutarlo a conquistarla.
Partendo dal presupposto che l’educazione del bambino deve avere il suo primo ed essenziale fondamento nella conoscenza scientifica, somatica e psichica del suo essere, la Montessori mette alla base del suo metodo l’idea che il bambino impari meglio attraverso l’esperienza e l’esplorazione autonoma.
Pertanto, per favorire lo sviluppo intellettuale del bambino è importante ricreare ambienti familiari “su misura“ e fornire oggetti pedagogici appositamente studiati.
Un’attenta osservazione del suo comportamento, senza interferire, gli permetterà di imparare e di autocorreggersi. Per questo la pedagogista faceva predisporre nelle Case dei bambini il materiale indispensabile per l’esercizio dei sensi, gli oggetti appropriati alle sue passioni e alle sue proporzioni fisiche.
Il principio portante era quello di lasciar agire il bambino autonomamente nell’ambiente preparato, ispirandosi all’attività che lo conduceva a scoperte e conquiste spontanee.

Col metodo Montessori l’adulto deve guidare il bambino ma evitare di condurlo in ogni sua azione: dandogli la possibilità di responsabilizzarsi il bambino prendere coscienza delle proprie azioni.

Dopo moltissimi soggiorni di studio e di lavoro in giro per il mondo, nacquero anche le Case montessoriane, che diffusero e svilupparono la sua visione di scuola e la sua fiducia nell’educazione quale strumento indispensabile per migliorare la società e garantire la pace nel mondo.

Il metodo della Pedagogia Scientifica riscontrò un grandissimo successo, tanto da essere tradotto nel giro di tre anni in inglese, francese, tedesco, russo, polacco, e essere pubblicato poco dopo anche in Giappone, Irlanda, Danimarca e Olanda.
Il Primo Corso Internazionale per la formazione degli insegnanti al metodo si tenne a Roma nel 1913 e accolse partecipanti da tutto il mondo (Australia, Giappone, Stati Uniti, Canada, Inghilterra, Spagna…).(Aiutami a fare da me)

In Olanda l’applicazione del metodo Montessori ha conosciuto, durante tutto il secolo scorso, una straordinaria fioritura. Già nel 1919 veniva fondata la Società Olandese per il Metodo Montessori e nel 1920 si creavano i presupposti di un contesto legislativo scolastico basato su un particolare sistema di finanziamento dell’insegnamento, ideato proprio per rispondere al carattere multiforme della società olandese.

Nel 1929 nasceva in Danimarca l’Association Montessori Internationale (AMI), alla presenza di rappresentanti di 43 Paesi del mondo. Attualmente molte scuole e istituti nel mondo sono affiliate all’AMI: in Mongolia come in Kazakhstan, in Messico e in Colombia, o anche in Bielorussia e in Pakistan.

Nel 1978 un gruppo di genitori americani ha iniziato a seguire l’esempio dei genitori olandesi e nel 1994 erano già più di un centinaio le Scuole Montessori che, negli Stati Uniti, attuavano “programmi per adolescenti” (12-15). Attualmente americani e canadesi stanno intensamente “studiando” il “modello olandese” per l’applicazione del metodo fino ai 18 anni.

Nel 1992 è nata la Montessori Foundation, che supporta scuole e istituti, agenzie educative e singoli professionisti nella ricerca di risorse pedagogiche di stampo montessoriano (The Montessori Foundation)

Nel 2001, in Olanda, dove la Montessori visse negli ultimi anni della sua vita, si contavano ben 17 scuole superiori, mentre altre 6 stavano completando la trasformazione da “tradizionali” in Montessori. Tutte insieme costituiscono un’ampia e diversificata “rete” di Scuole Superiori Montessori nella città di Amsterdam: dislocate anche razionalmente sul territorio urbano, offrono tutti i possibili livelli di educazione superiore.

Oggi il metodo Montessori regna con successo nei Paesi dell’Est e del Nord Europa.

In Inghilterra anche la famiglia reale ha scelto il metodo Montessori. Infatti, in una scuola di Norfolk, il principino George segue già le orme del padre e dello zio, i principi William e Harry, e di molti talenti innovativi: dai fondatori di Google, Microsoft, Amazon e Wikipedia.

Il metodo Montessori è un sistema educativo che si basa sull'indipendenza e sulla libertà di scelta del bambino, che mira a favorire lo sviluppo di senso di responsabilità e di consapevolezza, anziché imporre dall'alto percorsi formativi standardizzati e con tappe predefinite. Fondamentale, quindi, l’ambiente di apprendimento, basato sulla scoperta e l’autovalutazione: ambiente che deve essere preparato con cura, ricco di materiali didattici autocorrettivi e stimolanti, a misura di bambino, per incoraggiare l’interazione e la scoperta (osservazione scientifica).

E alla scuola secondaria di primo grado (ex medie)?

Il metodo Montessori per le scuole secondarie di primo grado si basa su tre principi fondamentali:

  1. trattare gli adolescenti come bambini è “contro natura”, quindi la scuola secondaria non può essere progettata come una continuazione della primaria;
  2. l’adolescente va visto come un “neonato sociale” e, in quanto tale, ha bisogno di un ambiente accogliente e sano per crescere;
  3. la scuola non deve trattare l’adolescente come un “parassita”: dovrebbe, invece, aiutarlo a sentirsi parte della società.

Secondo la dirigente dell’IC Riccardo Massa, la Montessori è stata un’antesignana poiché ha sostenuto che l’adolescenza è un momento esplosivo di costruzione del cervello: concetto che le neuroscienze hanno confermato parecchi decenni dopo.
Da questo spunto nasce il compromesso urbano Montessori, un modello adattato all’attuale realtà partendo dai molti spunti lasciati dalla pedagogista nei suoi scritti.

Nelle scuole medie Montessori niente lezioni frontali, sì ai ragazzi protagonisti del loro apprendimento secondo un piano di lavoro individuale, interdisciplinarietà e attività all’esterno. Insomma attività esperienziali dentro e fuori la scuola!

Nel corridoio della scuola media Montessori, i ragazzi lavorano tranquilli, in coppie o a piccoli gruppi, nei banchi disposti al centro dello spazio. Si controllano a vicenda, si aiutano, si supportano, sempre sotto gli occhi degli insegnanti. Ogni tanto qualcuno si alza per prendere un libro negli scaffali lungo i muri, la scelta è ampia. Nelle aule, con le porte sempre aperte, non ci sono cattedre ma solo banchi sistemati a isole. Tutti collaborano, nessuno alza la voce. In una terza, dopo la lezione sulla Restaurazione e l’osservazione del PowerPoint preparato dall’insegnante, gli studenti stanno creando una mappa sull’argomento. (Il successo delle scuole medie Montessori: Faccio, dunque imparo)

Un metodo che piace alle famiglie tanto che la dirigente scolastica non riesce a far fronte a tutte le richieste! Anche i risultati dei test Invalsi premiano il metodo: Quelli delle nostre sezioni Montessori sono superiori a quelli generali della scuola, che sono a loro volta superiori a quelli della Lombardia, dice con orgoglio Milena Piscozzo.

In Italia, a differenza di ciò che succede ad esempio in USA, Olanda e Canada, esistono rarissimi casi di scuole secondarie montessoriane. Tuttavia si assiste oggi ad una forte richiesta di metodi educativi, come appunto quello montessoriano, capaci di educare l’adolescente sviluppando in lui non solo abilità cognitive, ma anche personali e sociali (pensiero critico, pianificazione, collaborazione, empatia, intelligenza emotiva, autostima, creatività, auto-educazione…), abilità trasversali ritenute dagli esperti fondamentali per contrastare il disagio adolescenziale.

Ogni scuola media che aderisce alla sperimentazione Montessori declina il metodo secondo la propria realtà: all’Istituto Comprensivo Senigallia-Centro Fagnani, ad esempio, la “Pedagogia del luogo” significa lezioni in spiaggia o alla foce del fiume, ma anche in un bosco con le api, vicini a un laghetto, nell’orto… Il luogo è inteso come un contesto al quale l'adolescente sente di appartenere e di poter dare il proprio contributo. Usando la Pedagogia del luogo, ogni scuola secondaria Montessori diventa una comunità scolastica interconnessa al suo interno e con il territorio. Ha le caratteristiche di un ambiente di apprendimento aperto, che connette l'energia vitale adolescenziale con il fluire dell'energia vitale della comunità sociale locale, rendendo la scuola una struttura vivente e non separata dalla realtà della vita.

Secondo il metodo Montessori il movimento è un mezzo potentissimo per imparare.

Lo conferma, infatti, il presidente dell’Opera Nazionale Montessori, secondo cui è molto importante non tenere studenti e studentesse sempre in classe, ma far conoscere loro il luogo in cui vivono, sviluppando progetti interdisciplinari spesso all’aperto. Al Riccardo Massa una settimana all’anno le classi si trasferiscono addirittura in una struttura in campagna, dove ragazzi e ragazze si gestiscono e cucinano. Vanno alla scoperta del posto, fanno osservazioni botaniche, ricerche sul campo… senza mai annoiarsi perché pienamente coinvolti nelle diverse attività esperienziali.

Naturalmente il ruolo dell’insegnante è diverso da quello tradizionale: non semplice dispensatore di sapere, ma regista, guida, motivatore.

Molto importante anche il fatto che gli insegnanti che hanno scelto di seguire il metodo lavorino in compresenza e siano stati formati in modo specifico.

Nello stesso tempo i genitori dei ragazzi dell’Istituto comprensivo hanno notato nei figli una diminuzione dell’ansia, attribuendola non solo al fatto che studiano e lavorano in ambienti più attivi e motivanti, per obiettivi, secondo un piano settimanale, ma anche per la mancanza dei voti numerici durante l’anno (restano solo le schede di valutazione finali).
(Il successo delle scuole medie Montessori: Faccio, dunque imparo)

Cosa succederà una volta finita la sperimentazione nazionale del metodo Montessori nelle scuole secondarie di primo grado?
Gli istituti comprensivi che hanno certe caratteristiche, in primis la presenza contemporanea di un ciclo completo di infanzia e di scuola primaria a metodo Montessori nei loro plessi, potranno richiedere l’attivazione di classi montessoriane in modo da garantire la continuità didattica alle classi quinte che escono dalla scuola primaria dopo gli anni di metodo. (Vedi approfondimento nello SCARICABILE1)

E nelle scuole secondarie di secondo grado?
In un momento storico in cui il tema dell’educazione degli adolescenti sta diventando sempre più complesso, fa molto riflettere il fatto che già la Montessori avesse parlato di una vera e propria “questione dell’adolescenza”, sottolineando l’importanza di una scuola secondaria che non sia un semplice luogo di istruzione, ma il “vero centro” dell’educazione, con effetti sull’intera società.

Oggi servirebbero, quindi, proprio dei metodi educativi come quello montessoriano, capaci di educare l’adolescente, sviluppando in lui non solo abilità cognitive, ma anche personali e sociali (autostima, creatività, auto-educazione), sempre più richieste anche in ambito lavorativo.

Anche in Italia si potrebbe, quindi, avviare una riflessione sull’applicazione del metodo nelle scuole secondarie di secondo grado se si vuole convertire le scuole superiori in laboratori di futuri cittadini e cittadini integrati nel proprio contesto sociale, nonché di lavoratori e lavoratrici dotati, non solo di sapere nozionistico, ma anche di quella “intelligenza emotiva” necessaria per affrontare un mercato del lavoro in continuo mutamento.

Molto importante, in particolare, il concetto secondo cui l’adolescente va considerato come un neonato sociale, perché per la prima volta nella sua vita si rende conto di far parte di una comunità che sta scoprendo, un mondo esterno alla famiglia.
Per Maria Montessori, l’adolescente è un neonato sociale - spiega in un’intervista Benedetto Scoppola, presidente dell’Opera Nazionale Montessori - perché per la prima volta nella sua vita si rende conto di far parte di una comunità che sta scoprendo, un mondo esterno alla famiglia. Come inserirsi in questo nuovo contesto? Maria Montessori scrive nel 1939 un saggio sugli “Erdkinder”, in olandese “I ragazzi della terra”, un concetto nato per una realtà rurale, e con scuole piccole, come in Nord Europa. Oggi, però, non può bastare per la formazione mungere le mucche o coltivare i campi. Nella declinazione del XXI secolo, l’idea è non tenere gli studenti sempre in classe ma far conoscere loro il luogo in cui vivono, sviluppando progetti interdisciplinari spesso all’aperto. Il movimento, come confermano oggi gli scienziati, è un mezzo potentissimo per imparare.
(Il successo delle scuole medie Montessori: Faccio, dunque imparo)

Per questo, secondo la Montessori, occorre che…
• l'ambiente di apprendimento da preparare per l'adolescente sia la vita stessa;
• e-ducare l'adolescente significhi aiutarlo a diventare un uomo sociale;
• il percorso educativo dell'adolescente coincida con la valorizzazione della sua personalità, che è un processo di sviluppo legato al processo di elevazione della società umana.

Tutte le componenti sociali e politiche, quindi, devono diventare consapevoli che la questione adolescenziale è una questione sociale e che dalla necessaria riforma della scuola secondaria dipenderà il futuro delle singole società e, nell’attuale mondo globalizzato, dell’intera società umana. (Vedi approfondimento nello SCARICABILE 2)

BIBLIO/SITOGRAFIA
Aiutami a fare da me
L'adolescente Montessori: modello di apprendimento esperienziale
La scuola secondaria montessoriana in Olanda
La Farm School. Erdkinder - I fanciulli della terra
• Il successo delle scuole medie Montessori: Faccio, dunque imparo
 La Montessori High School
• The Montessori Foundation

A cura di Viviana Rossi e Maria Enrica Bianchi

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