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A partire dall’anno scolastico 2024/2025, i curricoli di educazione civica di tutte le istituzioni scolastiche si riferiranno ai traguardi e agli obiettivi di apprendimento definiti a livello nazionale, come individuati dalle nuove Linee guida che sostituiscono quelle del 2020.
Quali i punti di forza? E le criticità?
Il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha firmato il 7 settembre 2024 il Decreto ministeriale 183, recante le nuove Linee guida per l’insegnamento dell’educazione civica, che sono entrate in vigore proprio con l’a. s. 2024/25.
“Le Linee guida si configurano come strumento di supporto e sostegno ai docenti anche di fronte ad alcune gravi emergenze educative e sociali del nostro tempo quali, ad esempio, l’aumento di atti di bullismo, di cyberbullismo e di violenza contro le donne, la dipendenza dal digitale, il drammatico incremento dell’incidentalità stradale – che impone di avviare azioni sinergiche, sistematiche e preventive in tema di educazione e sicurezza stradale – nonché di altre tematiche, quali il contrasto all’uso delle sostanze stupefacenti, l’educazione alimentare, alla salute, al benessere della persona e allo sport.” (LG, 2024)
Infatti, da quest’anno, i curricoli di educazione civica di tutte le istituzioni scolastiche si dovranno riferire a ben precisi traguardi e obiettivi di apprendimento definiti a livello nazionale, come richiedeva la Legge 92/2019. (Vedi l'articolo Da settembre la “nuova” educazione civica)
Si ricorda che la Legge 92/2019, seguendo un filo logico iniziato anni fa, ha introdotto l'insegnamento trasversale dell'educazione civica per tutti gli Istituti di ogni ordine e grado e che, con il Decreto Ministeriale 35/2020, è stata prevista la progettazione di unità didattiche di apprendimento (UDA) interdisciplinari da parte dei team docenti e dei consigli di classe.
Ancora attualissimi i princìpi che affermava la Legge 92 nell’ Art. 1:
Molto interessante a questo proposito il suggerimento espresso dal professor Italo Fiorin in un recente webinar di TUTTOSCUOLA: “Sostituiamo nei 2 princìpi precedenti le parole l’educazione civica con la scuola e otteniamo la ragion d’essere della scuola, dall’infanzia all’Università!”
Insegnare le regole del vivere e del convivere è oggi per la scuola un compito importantissimo, anche perché non sono poche le famiglie che incontrano difficoltà nello svolgere il loro ruolo educativo.
La scuola ha, quindi, anche la responsabilità di preparare alla vita!
Il nuovo documento di febbraio 2024, che sostituisce quello del 2020, intende mantenere una continuità con la normativa precedente, come scritto nelle prime pagine, con l’aggiunta però di nuovi contenuti, che cercano anche di spiegare il senso delle innovazioni apportate rispetto al precedente testo.
Parlando di continuità, le attuali Linee guida continuano ad essere impostate secondo i 3 nuclei concettuali (di cui all’articolo 3 della Legge 92) che, per loro natura interdisciplinare, attraversano il curricolo e possono essere considerati in ogni argomento che tutti i docenti trattano quotidianamente:
Esaminiamoli brevemente.
Il primo nucleo punta allo sviluppo consapevole e trasversale tra le nuove generazioni dei valori costituzionali su cui si basa il patto sociale del nostro Paese.
La conoscenza della Costituzione, della sua storia, del suo significato sono il primo e fondamentale aspetto da trattare perché la Costituzione rappresenta il fondamento della convivenza e del patto sociale in Italia.
Infatti, a partire dalla conoscenza dell’ordinamento e delle funzioni dello Stato, delle Regioni, degli Enti territoriali e delle Organizzazioni internazionali e sovranazionali, esso mira a potenziare:
Attenzione, però: non basta conoscere a memoria la Costituzione per essere un buon cittadino. La Costituzione deve essere vissuta. Si apprende dai buoni comportamenti non semplicemente dalla lettura di testi corposi! Le nuove Linee guida sottolineano non solo la centralità dei diritti, ma anche dei doveri verso gli altri. Non può essere accettato un qualsiasi comportamento che violi la Costituzione: sia da parte di italiani sia da parte di stranieri!
Il secondo nucleo promuove l’insegnamento dei concetti di sviluppo e crescita.
Per questo la valorizzazione del lavoro, in termini di consapevolezza e autoimprenditorialità, in linea con la tutela dell’ambiente, della salute personale e del benessere collettivo, è parte fondamentale di un’educazione alla cittadinanza.
Infatti, questo ambito inquadra i temi di cultura di impresa all’interno della prospettiva di educazione al rispetto e di educazione ambientale, rafforzando i percorsi educativi che seguono.
Ovviamente lo sviluppo economico deve essere coerente con la tutela della sicurezza, della salute, della protezione dell’ambiente, della dignità e della qualità della vita di ciascuna persona.
Alla Cittadinanza digitale, da intendersi come "la capacità di un individuo di interagire consapevolmente e responsabilmente con gli sviluppi tecnologici in campo digitale", è dedicato l’intero articolo 5 della Legge, che esplicita le abilità essenziali da sviluppare nei curricoli di Istituto, con gradualità e tenendo conto dell’età degli studenti. In particolare, le nuove Linee guida mirano a orientare le attività di educazione civica verso la responsabilizzazione degli studenti in relazione alle tecnologie e alla promozione di una reale cultura della “cittadinanza digitale”, grazie ad un approccio critico e consapevole che permetta di far apprendere agli studenti a valutare con attenzione ciò che di sé consegnano agli altri in rete.
La Cittadinanza digitale implementa le tecnologie a favore dello sviluppo delle competenze individuali, approfondendo anche:
“Non si tratta però solamente di una questione di conoscenza e di utilizzo degli strumenti tecnologici, ma del tipo di approccio agli stessi; per questa ragione, affrontare l’educazione alla cittadinanza digitale non può che essere un impegno che coinvolge tutti i docenti contitolari della classe e del Consiglio di classe. Utile strumento di lavoro può essere il Quadro delle Competenze Digitali per i Cittadini – DigComp2.212 – recentemente tradotto in italiano, che fornisce esempi di conoscenze, abilità e atteggiamenti nel campo del digitale, anche con riferimento all’intelligenza artificiale, che può essere d’altro canto un utilissimo strumento per favorire la personalizzazione della didattica e degli apprendimenti”. (LG, 2024)
Si sottolinea che “ l’educazione all’uso responsabile dei dispositivi elettronici va di pari passo con la consapevolezza che l’utilizzo corretto delle tecnologie è quello che potenzia l’esercizio delle competenze individuali, non quello che lo sostituisce.” (LG, 2024)
Non ci sono grosse novità, ma approfondimenti su alcune tematiche che possiamo trovare nei seguenti capitoli :
(Vedi SCARICABILE 1 La prospettiva trasversale dell’insegnamento di educazione civica e le indicazioni metodologiche e SCARICABILE 2 La contitolarità dell’insegnamento, il coordinamento delle attività e la valutazione)
Forte è il richiamo alla “prospettiva trasversale” dell’insegnamento di educazione civica nelle nuove Linee guida! L’invito alle scuole è proprio quello di far emergere all’interno dei curricoli di istituto elementi già presenti negli attuali ordinamenti e di rendere più consapevole ed esplicita la loro interconnessione, nel rispetto e in coerenza con i processi di crescita dei bambini e dei ragazzi nei diversi gradi di scuola.
Come? Con un approccio metodologico che consenta agli allievi/studenti di sviluppare autentiche competenze civiche. Attraverso “…modalità laboratoriali, di ricerca, in gruppi di lavoro collaborativi, nell’applicazione in compiti che trovano riscontro nell’esperienza, nella vita quotidiana, nella cronaca … attività concrete, da inserire organicamente nel curricolo, che possono permettere agli studenti non solo di “applicare” conoscenze e abilità, ma anche di costruirne di nuove e di sviluppare competenze.”
(Vedi SCARICABILE 1 La prospettiva trasversale dell’insegnamento di educazione civica e le indicazioni metodologiche)
(Come insegnare educazione civica in modo interdisciplinare)
Per quanto riguarda la contitolarità dell’insegnamento, il coordinamento delle attività e la valutazione, la Legge 92 prevede che all’insegnamento dell’educazione civica siano dedicate non meno di 33 ore per ciascun anno scolastico:
• “Nelle scuole del primo ciclo l’insegnamento è affidato, in contitolarità, a docenti della classe/del consiglio di classe, tra i quali è individuato un coordinatore.
• Nelle scuole del secondo ciclo, l’insegnamento è affidato ai docenti delle discipline giuridiche ed economiche, se disponibili nell’ambito dell’organico dell’autonomia. In caso contrario, in analogia a quanto previsto per il primo ciclo, l’insegnamento è affidato in contitolarità ai docenti del consiglio di classe.” (LG, 2024)
(Chi saranno i docenti coordinatori per l’Educazione civica?)
Anche per l’educazione civica il Collegio dei docenti delle scuole del primo ciclo, in coerenza con il D. Lgs. 62/2017, esplicita a quale livello di apprendimento corrisponde il voto in decimi attribuito agli alunni della scuola secondaria di primo grado. Per gli alunni della scuola primaria, la valutazione avverrà in base alla normativa in vigore nell’anno scolastico di riferimento.
(Vedi SCARICABILE 2 La contitolarità dell’insegnamento, il coordinamento delle attività e la valutazione)
Come abbiamo già detto sopra, un’importante novità è rappresentata dal fatto che nelle nuove Linee guida sono stati definiti a livello nazionale i traguardi per lo sviluppo delle competenze e gli obiettivi di apprendimento per ogni ordine e grado… contenuti in tabelle!
Inoltre, ora, oltre alla descrizione dei traguardi e degli obiettivi per il primo e il secondo ciclo di istruzione, ci sono anche le competenze di cittadinanza per la scuola dell’infanzia, descritte attraverso 9 tipologie di comportamenti etici e prosociali, che non erano stati definiti dalla Legge 92.
Per quanto riguarda le diverse TABELLE, con i rispettivi traguardi per lo sviluppo delle competenze e gli obiettivi di apprendimento, se ne consiglia una lettura attenta (da pag.8 a pag. 22 delle Linee guida), magari condivisa con colleghi e colleghe, per un confronto proficuo, prima di rivedere il piano triennale dell’offerta formativa (PTOF) alla luce del nuovo curricolo di educazione civica ridefinito dal DM 183/2024… e di iniziare i vari percorsi.
La dottoressa Franca Da Re, in un recente webinar di Tuttoscuola, ha affermato che, accertata la centralità della Costituzione come riferimento valoriale, possono essere considerati punti di forza:
Non mancano le criticità: alcune formali, altre di merito.
Secondo la dottoressa Da Re tra le criticità formali possiamo ascrivere alcuni verbi usati in modo non appropriato: conoscere, approfondire, sviluppare… specificando che i verbi devono essere accompagnati dalla descrizione dell’atteggiamento e del comportamento attesi, perché la competenza è rilevabile solo in azione (sapere agito). Inoltre a volte c’è un po’ di confusione tra traguardi ed obiettivi, tra azioni del docente e azioni dello studente.
Tra le criticità di merito si può citare il fatto che sia stata poco nominata l’Agenda 30 sulla sostenibilità, che nel testo sembra essere subalterna rispetto allo sviluppo economico, come se si dimenticasse che la mancanza di sostenibilità ambientale si sta traducendo sempre di più in dissesti sociali e in costi economici.
Manca anche, per esempio, il collegamento con le prospettive europee sulle competenze chiave di cittadinanza. Criticità risolvibili dagli stessi docenti.
Inoltre, le Linee guida insistono molto sull’importanza della formazione di una coscienza identitaria, di appartenenza e di Patria: sicuramente molto importanti, ma insufficienti per realizzare una cittadinanza che sappia essere ad un tempo nazionale, europea, planetaria. Insegnare l’educazione civica vuol dire anche aiutare gli studenti a capire che tutti facciamo parte di una “casa comune”.
“La scuola, unitamente alla famiglia e alle altre istituzioni del territorio, ha la responsabilità di supportare gli studenti nel percorso che li porta a diventare cittadini responsabili, autonomi, consapevoli e impegnati in una società sempre più complessa e in costante mutamento” (LG, 2024) … nel rispetto delle differenze.
La scuola “costituzionale” deve sempre favorire l’inclusione di tutti.
BIBLIO/SITOGRAFIA
A cura di Viviana Rossi e Maria Enrica Bianchi
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