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La normativa scolastica che un docente non può non conoscere

La normativa tutela il diritto all’apprendimento di ogni studente, cioè il suo diritto “ad una prestazione didattica efficace”, nel rispetto delle sue peculiari caratteristiche. Non solo. La normativa orienta e vincola la professionalità docente, fornendo alle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado indicazioni precise; suggerendo comportamenti didattici, strategie metodologiche, mezzi compensativi, misure dispensative e valutative adeguati. Ecco un quadro riassuntivo della normativa che i docenti dovrebbero conoscere per svolgere al meglio la loro professione in questa nostra società sempre più complessa (… con relativi approfondimenti da scaricare).

Normativa, Diritti, Decreti, Leggi, Indicazioni, Regolamenti, Competenze

Come apprendono i nostri allievi?

Poiché tutti siamo diversi e unici, in una classe ci possono essere molti e diversi modi di apprendere e non certamente un unico modo! Eppure è ancora molto diffusa la pratica di un unico modello di insegnamento che prescinde dalle caratteristiche personali dell’alunno , in base alla convinzione che per imparare basta ascoltare le spiegazioni, impegnarsi e studiare. Se uno studente non impara con gli stessi ritmi e con le stesse modalità degli altri, basta insistere, accentuare l’allenamento, senza cambiare nulla nella proposta didattica. L’esatto contrario del modello di apprendimento evidenziato dalle neuroscienze.

Stili di apprendimento, Canali sensoriali, Intelligenze multiple, Apprendimento, Competenze, Benessere a scuola

Benessere psicofisico e apprendimento: suggerimenti

L’ interdipendenza tra il benessere psicologico della persona e l’apprendimento (quindi anche la qualità dell’insegnamento) ha basi scientifiche. Ce lo conferma anche Goleman.
La felicità, infatti, “aumenta l’attività di un centro cerebrale che inibisce i sentimenti negativi, aumentando così la disponibilità di energia insieme all’inibizione dei centri che generano pensieri angosciosi. Questa configurazione offre all’organismo un generale riposo, e lo rende non solo disponibile ed entusiasta nei riguardi di qualunque compito esso debba intraprendere ma anche pronto a battersi per gli obiettivi più diversi ( Goleman, D. Intelligenza emotiva. Milano, Rizzoli, 1996).

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Star bene a scuola

Stiamo vivendo un momento storico particolare: basta guardare un qualsiasi telegiornale per avere una chiara visione dei problemi che possono porsi i ragazzi di oggi. Nelle nostre classi non sempre si respira un ambiente sereno. La scuola e la classe dovrebbero, invece, essere il luogo ideale per potersi incontrare e interagire, con la giusta attenzione sia alle componenti cognitive sia a quelle affettive e relazionali. In classe dovrebbe star bene sia gli studenti sia i docenti ed è proprio per questo che è fondamentale l’educazione socio/affettiva che permette di creare situazioni d’apprendimento in cui poter star bene tutti, insieme, e lavorare in serenità.

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La valutazione come causa di malessere o come strumento orientativo e migliorativo

A scuola si usano da anni termini come controllo, interrogazione, correzione, sanzione … che si traducono in giudizi e voti. Oggi, però, si parla molto di valutazione  formativa, autentica, autovalutazione , ma in realtà cosa è cambiato realmente nelle classi? La valutazione dovrebbe essere uno strumento per l’apprendimento e diventare così uno dei mezzi più potenti non solo per migliorare i risultati degli alunni, ma anche per verificare se le strategie didattiche/metodologiche usate hanno permesso ad ogni alunno di fare i progressi previsti, di individuare gli elementi che sono stati di intralcio e quelli che possono essere migliorati.

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