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La valutazione come causa di malessere o come strumento orientativo e migliorativo
A scuola si usano da anni termini come controllo, interrogazione, correzione, sanzione … che si traducono in giudizi e voti. Oggi, però, si parla molto di valutazione formativa, autentica, autovalutazione , ma in realtà cosa è cambiato realmente nelle classi? La valutazione dovrebbe essere uno strumento per l’apprendimento e diventare così uno dei mezzi più potenti non solo per migliorare i risultati degli alunni, ma anche per verificare se le strategie didattiche/metodologiche usate hanno permesso ad ogni alunno di fare i progressi previsti, di individuare gli elementi che sono stati di intralcio e quelli che possono essere migliorati.
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Le nostre autrici
Viviana Rossi
Insegnante e dirigente scolastico in quiescenza, collabora da anni con riviste specializzate sulla scuola e con molte case editrici. È referente scientifico della formazione per la Casa editrice Lattes Editori. Svolge, a livello nazionale, attività formative su DSA/BES, normativa, valutazione e strategie didattiche inclusive.
Maria Enrica Bianchi
Ex insegnante di scuola primaria. È formatrice in molti corsi per docenti sulle problematiche dei disturbi dell’apprendimento, sulla didattica inclusiva e sulla valutazione. Coautrice di testi e articoli sulla normativa, valutazione e strategie didattiche inclusive.