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Sarà possibile porre alle autrici del blog, Enrica Maria Bianchi e Viviana Rossi, domande di approfondimento sui vari articoli, compilando un semplice form!
Domande e risposte saranno rese pubbliche.
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Uso degli smartphone a scuola
L’ingresso degli smartphone in classe a fini didattici è un tema molto controverso in tutto il mondo. Nei Paesi dove le scelte didattiche sono rimesse alla competenza delle scuole e/o degli insegnanti la decisione viene presa a livello locale dalle istituzioni scolastiche. In quelli con ordinamenti più accentrati, come la Francia e l’Italia, i rispettivi ministeri hanno invece ritenuto di disciplinare la materia a livello centrale. Cosa si può fare, quindi, nelle nostre scuole?
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Digitale sì digitale no
Perché il digitale a scuola? Come può la scuola servirsi degli strumenti tecnologici affinché diventino dispositivi culturali in grado di potenziare le abilità e le competenze di tutti gli studenti?
Stiamo assistendo ad una vera discontinuità nelle modalità di trasmissione del patrimonio culturale da una generazione all’altra e non si può certo guardare al futuro dei nostri figli/studenti senza considerare gli stravolgimenti provocati dall’uso della tecnologia non solo sui processi di apprendimento ma sulle diverse sfere del vivere quotidiano. Gli esperti mettono chiaramente in evidenza quanto escludere la tecnologia dalla vita scolastica delle nuove generazioni sia non solo impossibile ma anche pericoloso.
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Modelli didattici innovativi con il digitale
Quali strumenti digitali la scuola è chiamata ad usare per attuare insegnamenti innovativi? Quali sono le didattiche attive che utilizzano strumenti tecnologici?
La pratica educativa deve tener conto delle opportunità offerte dalle nuove tecnologie per far fronte ai continui cambiamenti richiesti dalla società della conoscenza. In questa nostra società, caratterizzata dal passaggio dalla scrittura all’immagine, da tempi sempre più accelerati e da una grande mole di informazione, sarebbe sprecato non sfruttare tutti gli strumenti tecnologici che abbiamo a disposizione. L’utilizzo ragionato e responsabile delle risorse e degli strumenti digitali, infatti, potenzia, arricchisce e integra l’attività didattica, “muove” la classe, motiva e coinvolge gli studenti, stimola la partecipazione e l’apprendimento attivo, contribuisce allo sviluppo delle competenze trasversali indispensabili per vivere nella nostra società.
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La personalizzazione è obbligatoria per tutti!
La scuola è iniziata da poco e una delle incombenze che i docenti si trovano ad affrontare è la predisposizione, entro il mese di novembre, del PDP (Piano Didattico Personalizzato) per alcuni alunni/studenti.
Ma quando ricorrono le condizioni necessarie che obbligano la scuola alla compilazione di un piano didattico personalizzato (PDP)?
È vero che bisognerebbe personalizzare per tutti?
Secondo la Legge 53/2003, la prospettiva della personalizzazione non si limita solo agli studenti con difficoltà di apprendimento, ma si estende a tutti gli studenti, ognuno con le proprie caratteristiche e la propria unicità ... ma lo sostengono anche altre norme!
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Educazione civica: sì, forse, no!
Stop all'Educazione civica. Il Consiglio superiore della pubblica istruzione boccia la sperimentazione voluta dall'ex ministro perché "metterebbe in crisi l'anno scolastico”.
La “nuova” materia entrerà in classe solo nel settembre 2020 ... forse!
Ma è proprio nuova? No, l’educazione civica c’era anche prima. Non è mai stata né abolita né reintrodotta perché un insegnamento simile è già previsto dal 1999, anche se con nomi diversi: "Cittadinanza e Costituzione” o “Educazione della convivenza civile”.
Ma vediamo cosa c’è di nuovo.
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L'Educazione Razionale Emotiva (ERE) ... per superare una visione statica dell’educazione
Oggi non possiamo più pensare ad una scuola orientata esclusivamente al potenziamento delle abilità intellettive, a discapito di quelle emotive. La scuola rappresenta per il bambino/ragazzo un “luogo di vita”, in quanto contribuisce fortemente alla sua crescita e al suo sviluppo. Superare una visione statica dell’educazione, che fa prevalere solo gli aspetti cognitivi a scapito di quelli emozionali, permette di abbracciare l’idea che la pratica educativa debba considerare nel suo insieme intelletto ed emozioni.
Come? Attraverso l'Educazione Razionale Emotiva, una procedura psicoeducativa, nata in campo medico, ma diffusasi poi anche nell’ambito scolastico. Essa viene attuata attraverso un percorso didattico che conduce il bambino/ragazzo ad acquisire consapevolezza delle proprie emozioni e dei meccanismi mentali sottostanti e ad apprendere procedure per fronteggiare in modo costruttivo le difficoltà che può incontrare nell’ambiente scolastico e familiare. L’Educazione Razionale Emotiva mira a favorire il benessere emotivo del bambino e dell’adolescente e può essere intesa sia come prevenzione primaria che secondaria, in quanto può intervenire prima che si manifestino forme di disagio oppure sulle iniziali manifestazioni di malessere.
La filosofia di vita alla base dell’ERE, secondo lo psicologo Mario Di Pietro, è «Non sono gli eventi di per sé a creare sofferenza emotiva, ma il significato che diamo a tali eventi».
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Le nostre autrici
Viviana Rossi
Insegnante e dirigente scolastico in quiescenza, collabora da anni con riviste specializzate sulla scuola e con molte case editrici. È referente scientifico della formazione per la Casa editrice Lattes Editori. Svolge, a livello nazionale, attività formative su DSA/BES, normativa, valutazione e strategie didattiche inclusive.
Maria Enrica Bianchi
Ex insegnante di scuola primaria. È formatrice in molti corsi per docenti sulle problematiche dei disturbi dell’apprendimento, sulla didattica inclusiva e sulla valutazione. Coautrice di testi e articoli sulla normativa, valutazione e strategie didattiche inclusive.